Pensioni, il governo valuta Quota 102: cos’è e cosa cambia rispetto a Quota 100. Le ipotesi al vaglio del governo.
Con il Recovery plan il Presidente del Consiglio Mario Draghi mette in soffitta Quota 100 aprendo ad una nuova riforma delle pensioni, che dovrebbe passare per l’introduzione di Quota 102.
Via Quota 100
Il Recovery plan italiano prevede l’accantonamento di Quota 100, la riforma delle pensioni fortemente voluta dalla Lega di Matteo Salvini ai tempi del primo governo Conte, quello giallo-verde. Una delle ipotesi sul tavolo per quanto riguarda la riforma delle pensioni è l’introduzione di Quota 102.
Pensioni, come funziona Quota 102
Ma come funzionerebbe il nuovo sistema pensionistico? Con Quota 102 il requisito anagrafico per il pensionamento sale a 64 anni: Gli anni di contributi resterebbero 38 con al massimo due anni di versamenti figurativi. Per quanto riguarda l’espetto economico, non sono previsti tagli sull’assegno, che evidentemente diventa sempre più leggero ogni qualvolta si decida di andare in pensione anticipatamente.
Cosa cambia rispetto a Quota 100
Con il requisito anagrafico a 64 anni, Quota 102 abbraccerebbe un numero minore di lavoratori rispetto a Quota 100, che ha maglie più large. Numeri alla mano, con Quota 100 è possibile anticipare il pensionamento di 5 anni, con Quota 102 solo di 3.
La questione politica
Sul Quota 100 e in generale sulla riforma delle pensioni Mario Draghi dovrà fare i conti con la Lega di Matteo Salvini. Ancora una volta. Quota 100 infatti è stata una misura-bandiera della Lega nel corso del primo governo Conte. Per Salvini non sarà facile fare un passo indietro. Soprattutto se la nuova riforma delle pensioni non dovesse convincerlo.
Le richieste dei sindacati
Per la riforma delle pensioni il governo deve fare i conti anche con le richieste dei sindacati. Una delle proposte sul tavolo è quella del pensionamento ad ogni età a fronte di 41 anni di contributi. Sostanzialmente si propone di applicare a tutti la normativa attualmente dedicata ad esempio ai lavoratori precoci, ossia a quelli che prima dei 19 anni avevano già alle spalle 12 mesi di contributi versati. Godono di questa normativa altre 4 categorie di lavoratori.